Finalmente ho trovato il tempo per aggiornare il mio blog! Devo impegnarmi un attimo nel recuperare i ricordi di giugno, dopo una stagione molto intensa tra le Dolomiti e le Alpi. A essere sincero, dopo l’infortunio alla schiena di aprile, ero anche pronto a perdere la stagione estiva, e invece sono riuscito a rimettermi in piedi in tempi rapidissimi (per fortuna!). La forma fisica a giugno era quel che era, 2-3 uscite in falesia giusto per capire che tutto più o meno funzionava, poi una settimana di passeggiate in Dolomiti con un gruppo di simpatiche signore da Singapore, ed era giunto il momento di provare a fare una via a più tiri.
Amo le vie classiche, avevamo un conto in sospeso con la Dibona alla Roda di Vael, la prima via della “parete rossa” al Passo di Costalunga. Per me è stata la terza salita sul quel muro, dopo la Moulin Rouge con Alessio Roverato 10 anni e molta più forza fa, e la Eisenstecken del mio passaggio Guida, insieme a Nicola De Gasparis. Bei tempi!

Roda di Vael, via Dibona. Sul lungo camino finale.

Tornando a questa via di Angelo Dibona, vi dico che è stata dura! Perché è difficile, punto. Saranno state le mani ghiacciate, la mia prima via di stagione… Il V grado di un tiro che si legge sulla guida del Bernardi (qualcuno di più anziano addirittura parla di IV+) è da prendere seriamente. La fessura che precede il tiro chiave da subito la sveglia, ma è proprio il camino quello che rischia di provarti psicologicamente. Roccia liscia, chiodi non ne ho visti, fortuna che avevo un friend grosso che me lo portavo gelosamente insù lungo una fessura laterale. In più di un tiro bisogna tirare fuori una tecnica sopraffina di arrampicata in camino, che ormai è sconosciuta ai più, o molto arrugginita. Se proprio vogliamo fare un paragone con i due tiri chiave in camino della Pichl al Sassolungo (che ho salito per la prima volta a luglio), beh non c’è paragone. La Dibona è molto più impegnativa. A buon intenditore…
A questo punto, non pensate male, perché questa salita ve la consiglio, perché è l’ennesimo esempio della maestria e il livello di arrampicata raggiunto oltre 100 anni fa da un Maestro come Angelo Dibona. La via è molto bella, un pò di attenzione sui 3 tiri dello zoccolo basale è fondamentale, soprattutto se avete cordate dietro e sono vostri amici. E’ l’unico punto dove la roccia non è buona. In alto i tiri sono ripidi, sempre esposti e mai banali. Portate un piccolo assortimento di friend fino al 3 Camalot e una ottima tecnica in camino, altrimenti saranno dolori!
Grande Giovanni che piano piano mi segui sempre.