Come sarà l’inverno? E’ questa la domanda che ogni appassionato di sci alpinismo e fuoripista si pone alla fine della stagione estiva. Qui in montagna c’è chi si affida ai molti detti popolari per leggere il futuro. Le api, le bacche sulle piante, la luna settembrina che sette ne indovina…Poi ci sono i vari siti meteo in Internet che fanno promesse incredibili.
Io penso che nell’epoca del climate change, avere o no la neve sia solo una questione di fortuna, e noi in Dolomiti ne abbiamo avuta un sacco in vista della stagione 19/20. Tutto è iniziato con una serie di perturbazioni pesanti all’inizio di novembre che hanno portato neve fino a fondovalle.
Subito le temperature sono salite, ma il limite della neve è sempre stato intorno ai 1800 metri, neve umida ideale per fare un ottimo fondo. L’ 11 novembre ho fatto un primo giro con gli sci al Nuvolau, la copertura nevosa era già più che buona. Mi ricordava la stagione 17-18, l’ultimo bell’inverno di una serie difficile qui in Dolomiti.
Le perturbazioni sono poi riprese, sempre abbondanti e umide, il 14 novembre con la prima vera giornata di sole siamo andati fino al Rifugio Giussani, con l’entusiasmo alle stelle per la qualità e quantità di neve al suolo. “La stagione è garantita” ci siamo detti io e Mario Dibona.
E arriviamo a quello che ho chiamato “il vero termine di paragone” rispetto a due anni fa. A fine novembre sono andato a fare lo stesso giro di due anni prima nel gruppo del Puez, trovando condizioni a dir poco eccezionali.  Ciò che era stata una discesa “avventurosa” insieme a Nicoletta, si è rivelata una vera goduria insieme a Checco Tremolada e Andy Schafer.

Il canale del Ciampanì nel gruppo del Puez a fine novembre.

Lo stesso canale, nello stesso punto della foto precedente, il 24 novembre del 2017, l’ultimo bell’inverno in Dolomiti.  Quest’anno la sciata è stata molto più soddisfacente!

Mai visto una copertura di neve così abbondante, un manto nel complesso molto sicuro (le temperature non proprio invernali hanno aiutato molto a consolidare il manto), le pareti tutte impiastrate di neve e nessuna traccia di vento. Avevamo solo bisogno di una fase anticiclonica e temperature più fresche per fare sul serio, e puntualmente a fine mese siamo stati accontentati anche su questo.
Due giri sul Puez e un paio ai Cadini hanno solo confermato l’eccezionalità delle condizioni per lo sci alpinismo e lo sci ripido in Dolomiti, tanto che la prima settimana di dicembre penso me la ricorderò a lungo. E’ stato sciato tutto, ma proprio tutto. Nel mio piccolo sono riuscito a chiudere un paio di itinerari che sognavo da tempo, sempre accantonati per impegni di lavoro o cattive condizioni.
Ve ne parlerò nei prossimi giorni. Intanto il foehn è alle porte, dopo 40 giorni di pace è il momento che nevichi un pò anche a nord delle Alpi.
Qui sotto trovate una selezione di immagini delle gite di fine novembre, nel gruppo del Puez e sui Cadini di Misurina.