Cosa manca alla traversata delle Dolomiti con gli sci per diventare famosa? Se devo essere sincero, rispetto alla “regina” Chamonix – Zermatt e a tante altre, ci vedo solo dei pro. Montagne di una bellezza unica, ma vogliamo parlare dei rifugi e del cibo? Perché una “vacanza” deve essere anche piacevole e gustosa. Chiamarli rifugi forse non è proprio corretto, d’inverno sono aperti solo quelli che si avvicinano di più a degli alberghetti, tutti accomunati da una grande cucina e piatti appetitosi oltre a vere e proprie camere dove riposarsi.

In partenza dal Rifugio Fuciade verso la Forca Rossa. San Pellegrino.

Adesso sto un pò divagando, torniamo alla parte faticosa del programma. Da dove si parte? Se vogliamo seguire un filo storico, San Martino di Castrozza è il meeting point. Alfredo Paluselli, maestro di sci e guida alpina nonché pioniere del turismo al passo Rolle partì da qui nel 1936 per raggiungere Cortina d’Ampezzo; una “prima” purtroppo segnata da un tragedia nella zona del Padon, a Livinnallongo del Col di Lana.
A seconda delle vostre possibilità e del tempo a disposizione si possono scegliere anche altre località di partenza, la Val Gardena ad esempio o proprio Cortina d’Ampezzo, ma la cosa più importante è la flessibilità logistica che offrono le Dolomiti nella pianficazione del viaggio. Gli impianti del Dolomitisuperski collegano quasi ininterrottamente i principiali gruppi montuosi, e dove questi sono mancanti si possono sempre usare trasporti pubblici o qualche taxi. Ogni giorno, in base al meteo e alle volontà del gruppo, il programma è adattabile senza grossi problemi.
Quest’inverno ho effettuato 4 traversate delle Dolomiti con gli sci, partendo sempre da San Martino di Castrozza tranne in quella di fine gennaio con Nick Frankie e Emily, con cui mi sono incontrato a Selva di Val Gardena.

La vita è bella con Nick Emily e Frankie. Traversata delle Dolomiti con gli sci.

Generalmente si inizia con la traversata delle Pale di San Martino, attraverso l’altipiano delle Pale per chi vuole partenza soft in salita, oppure traversando il Passo del Mulaz per gli sci alpinisti duri e puri.
A marzo ho vissuto una giornata al top, tra le più belle e perfette della stagione, traversando le Pale insieme a Jonas, Mikael, Asa e Lina, con una sciata stupenda giù dal Sasso Negro fino a Gares. L’arrivo al Rifugio Fuciade (un must per la prima notte fuori, a patto di esser fortunati e trovare posto) è stato a dir poco eccezionale, tra pendii di firn cotti a puntino e polvere all’ombra. La cena gourmet preparata da Martino e il suo staff è degna della stella Michelin, e una speciale torta al cioccolato per festeggiare il compleanno di Jonas è stata il coronamento di una festa perfetta.
Il secondo giorno dal San Pellegrino normalmente si traversa la Forca Rossa per scendere a Malga Ciapela per poi salire in cima alla Marmolada con le tre funivie. Mi piace sempre passare la seconda notte al Rifugio Pian dei Fiacconi, la semplicità di un rifugio di montagna è quasi uno shock per qualcuno dopo la notte di lusso al Fuciade, ma alla fine rimane l’esperienza più autentica per tutti i partecipanti. Quando gli impianti chiudono, si possono trovare solo quei pochi aficionados che amano essere ai piedi del ghiacciaio insieme a Guido, il gestore del rifugio, e i suoi giovani aiutanti.

Al Rifugio Pian dei Fiacconi insieme allo staff. Guido stavolta non c’è, la famiglia ha sempre la priorità!

Il terzo giorno è dedicato alla traversata del gruppo del Sella, normalmente la scelta cade sulla Val Mesdì, il fuoripista più famoso delle Dolomiti. Ho perso il conto di quante volte l’abbia scesa negli anni, ma è sempre una novità che rivivo negli occhi di chi accompagno.

La Val di Mesdì, gruppo del Sella.

In questa tappa iniziano le varianti alla traversata delle Dolomiti, in molti pernottano al Rifugio Lagazuoi per poi proseguire verso Fanes; io preferisco fermarmi in zona passo Gardena se riesco a trovare posto per una sola notte. Da qui si hanno molte possibilità per la quarta tappa, generalmente punto a traversare l’altipiano del Puez e scendere a Longiarù, entrando così nella parte prettamente sci alpinistica della traversata. Lo scorso inverno solo una volta siamo riusciti a rispettare il programma, passando ancora più a ovest, in Val Gardena, traversando la Forcella Dla Roa, una gita panoramica e poco faticosa, che regala generalmente una discesa a nord di soddisfazione.
Il nostro rifugio per la notte è il Sennes (con un taxi e un passaggio di Arthur col gatto delle nevi la magia è fatta), mi piace perché è di solito più tranquillo rispetto al Fanes e Lavarella, e le opzioni per il giorno seguente , verso il lago di Braies sono tutte molto belle e nel complesso raggiungibili con poca fatica. Se la fortuna e le condizioni sono dalla vostra parte, la discesa più remunerativa è sicuramente la Lavina Rossa di Braies, un canalone impressionante ma non molto ripido che si guadagna con appena 500 metri di salita dal Rifugio Sennes.

La Lavina Rossa di Dentro, Dolomiti di Braies.

Ai primi di Marzo abbiamo avuto l’occasione di scenderla in prima traccia e neve eccezionale, non vi nascondo che inserisco anche questa giornata tra le più belle della stagione. L’arrivo a Braies in passo pattinato sopra il lago ghiacciato è unico nella zona, c’è tutto il tempo per un buon pranzo e qualche birra prima di prendere l’autobus o il taxi e spostarsi verso l’ultima tappa del tour.
Il sesto giorno non tutti riescono a permetterselo,il più delle volte finisco la traversata qui a Braies che, per carità, è comunque un finale in bellezza.

In forcella Lavaredo. Traversata delle Dolomiti con gli sci.

Il gran finale, quello vero, è tanto buono come un ottimo dessert. Lo sfondo è quello delle Tre Cime di Lavaredo, in salita imbrogliamo volentieri prendendo le motoslitte direttamente dallo Chalet Lago Antorno, nostro campo base per l’ultima notte. Che decidiate di salire e scendere uno dei canali tra le Cime di Lavaredo o optiate per la classica e facile traversata verso forcella Lavaredo, poco cambierà in questa giornata comunque emozionante. La discesa per la Val Sassovecchio è la degna conclusione di una traversata a 5 stelle! Il viaggio è finito, mi prende sempre un pò di tristezza, ma i sorrisi di tutti davanti a buon bicchiere di vino al Rifugio Fondovalle conforta, sai di aver fatto un ottimo lavoro e la soddisfazione di tutti è grande.

BAM, il gruppo al completo di fronte alle pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo.

Con la pancia piena resta solo una manciata di minuti a skating lungo la pista di fondo fino all’Hotel Dolomiti, il taxi ci aspetta per rientrare a Cortina d’Ampezzo, e così chiudiamo anche il filo storico del viaggio.
Qui sotto avete una selezione di immagini delle traversate delle Dolomiti in Dolomiti che ho effettuato quest’inverno. Ringrazio tutti i miei compagni di traversata e i colleghi con cui ho vissuto delle belle giornate sulla neve. Vi aspetto l’anno prossimo!