Da quando vivo in montagna ho imparato a godere di quello che ha da offrirmi, indipendentemente dal calendario. L’anno scorso avevo già gli sci ai piedi da più di due settimane, le condizioni erano ottime sugli itinerari ripidi di gran classe, anche su quelli che richiedono pazienza e l’attimo giusto in primavera. L’autunno in Dolomiti sta regalando giornate eccezionali per chi come me ama arrampicare, le pareti al sole sono calde e perfette per qualche salita classica o sportiva. Complice il lockdown nelle regioni confinanti non c’è poi molta gente in giro nemmeno nei weekend, durante la settimana il silenzio regna sovrano un pò dappertutto. Le vie di arrampicata sulle Torri del Falzarego sono ideali in questo periodo, avvicinamento e discesa sono liberi dalla neve, e nelle giornate giuste si arrampica anche in maglietta. La via Dibona sulla Torre Grande di Falzarego è una via a più tiri che quasi considero “da palestra”. Comoda grazie al breve avvicinamento dal Bar Strobel sotto il passo Falzarego, una salita di 10 tiri che nella seconda parte offre un tiro più bello dell’altro, lungo placche articolate, un breve traverso esposto, e per finire un camino classico ripido e tecnico sul V grado cui segue una breve placca liscia strapiombante di V+ che si risolve con 3 movimenti precisi e decisi. Soste cementate, ben attrezzata lungo i tiri. Il camino chiave fino a pochi anni fa aveva solo due chiodi più psicologici che sicuri, altre protezioni non si potevano aggiungere ed era “selettivo”, da qualche anno qualcuno lo ha addomesticato con un paio di fittoni resinati, ho trovato anche due chiodi nuovi più sopra, ma dall’aspetto dubbio. La Dibona alla Torre Grande del Falzarego è una via che ripeto sempre volentieri, ho accompagnato anche una ragazza del Colorado quasi al sesto mese di gravidanza! E’ ideale anche per chi vuole fare un piccolo scatto insù nelle difficoltà, per questo motivo l’abbiamo scelta con Federico per la nostra avventura di mercoledì scorso. Ha voluto raccontare la sua esperienza, che condivido qui sotto. Buona lettura!
“Un mercoledì da leoni”
“Un mercoledì da leoni”: il titolo del famoso film californiano mi frullava nella testa, tornando a casa, dopo aver salito la Torre Grande di Falzarego, guidato da Alberto.
Non capita tutti i giorni, specialmente ad un alpinista di livello modesto come me, di salire una via di arrampicata così bella e continua; non capita così spesso di salirla in una solare e tiepida giornata di novembre; non è così scontato che si possa arrampicare indisturbati e senza assillo, proprio sopra il Passo Falzarego …
Come i surfer californiani, abbiamo atteso la grande Onda: una volta vista arrivare, l’abbiamo cavalcata.
La Torre Grande di Falzarego non è tra i picchi dolomitici più celebrati, ma verso sud-est il suo profilo è molto elegante e offre una via di salita di grande estetica. Il contesto ambientale invece è eccezionale: dalla cima si gode di un panorama stupendo su gran parte delle Dolomiti: in lontananza verso sud-est ho visto chiaramente la Cima dei Preti e le Dolomiti d’Oltrepiave, mentre verso Ovest si risaltavano il Catinaccio ed i suoi satelliti.
La via Dibona propone una arrampicata di grande soddisfazione, per lo più su placche tecniche di ottima dolomia grigio-nera; ancora una volta, chapeau ad Angelo Dibona, apritore di questo itinerario insieme a Ignazio Dibona, in cui penso che l’intuito sia servito almeno quanto la capacità arrampicatoria.
E’ risaputo in Dolomiti che le pareti di questo colore grigio scuro sono quelle che sono state più lavorate dagli agenti atmosferici, in particolare dall’acqua, che nel corso dei millenni ha levigato il carbonato di calcio e magnesio, rendendo la roccia compatta e con buchi netti.
Solamente gli ultimi due tiri, peraltro i più impegnativi, si snodano lungo rocce gialle, dovute al fatto di essere in una zona strapiombante.
Devo dare atto ad Alberto di aver proposto saggiamente la variante sinistra dei tiri 4 e 5, in questo modo la via che ne risulta è molto continua; quasi ogni tiro regala passaggi che vanno oltre il 4° grado, e l’arrampicata ha più contenuti tecnici che atletici.Il tiro chiave (il nono) richiede di superare una fessura camino impegnativa e sostenuta (5°) dove però un sapiente uso della tecnica di opposizione permette di progredire senza cuocersi troppo. L’ultimo tiro oppone un passaggio atletico di 5°+ che è superabile in A0, cosa a cui ho dovuto ricorrere anch’io, ormai al limite della carica delle mie batterie fisiche.
Giunti in cima, oltre al panorama impagabile, si può godere dell’abbraccio del sole e volgendosi a est si può ammirare uno dei profili – secondo me – più belli delle Dolomiti: il versante Ovest della Tofana di Rozes.
Dunque, una via molto appagante, a tratti parecchio esposta, che tuttavia mi sento di consigliare, ma solo a chi sia in grado di destreggiarsi adeguatamente su questi gradi dolomitici. Per quanto mi riguarda, ringrazio Alberto che ha saputo abilmente alzare l’asticella dei miei obiettivi, proponendomi un itinerario bello, un po’ sfidante ma conseguibile. Avevo qualche timore, anche a causa di recenti problemi fisici, ma con la giusta concentrazione e sotto l’occhio attento di Alberto, credo di aver salito bene la via. Veramente, un Big Wednesday!
- Arrampicare la Dibona sulla Torre Grande del Falzarego.
- Arrampicare la Dibona sulla Torre Grande del Falzarego.
- Arrampicare la Dibona sulla Torre Grande del Falzarego.
- Arrampicare la Dibona sulla Torre Grande del Falzarego.
- Arrampicare la Dibona sulla Torre Grande del Falzarego.
- Arrampicare la Dibona sulla Torre Grande del Falzarego.
- Arrampicare la Dibona sulla Torre Grande del Falzarego.
- Arrampicare la Dibona sulla Torre Grande del Falzarego.
- La Ovest della Tofana di Rozes vista dalla cima della Torre Grande del Falzarego.
- Arrampicare la Dibona sulla Torre Grande del Falzarego.