Ero seriamente preoccupato per la traversata delle Dolomiti con gli sci da San Martino di Castrozza a Braies in programma per fine febbraio. La gita a Forcella Bachet mi aveva dato qualche speranza, ma c’erano ancora molti punti interrogativi e gran poche certezze. Qualcuno li in alto ha fatto un piccolo miracolo il giorno prima della partenza per la traversata, una buona nevicata ha imbiancato le cime e mi ha ricaricato di ossigeno. Da Cortina, prima di trasferirci a San Martino di Castrozza, abbiamo scaldato le gambe sui Cadini di Misurina, forcella della Neve è un ottimo test e la neve in discesa ci ha fatto sorridere e ben sperare per i giorni successivi.

Traversata del Mulaz, Pale di San Martino.

La prima tappa della nostra Haute Route prevedeva la traversata del Mulaz, un itinerario che non va sottovalutato dopo una nevicata, a maggior ragione se il giorno seguente arriva il solito vento da nord.
Dopo una bella discesa polverosa dalla Baita Segantini, abbiamo cominciato a risalire il pendio verso il Passo del Mulaz, trovando molta neve fresca su pendii fortunatamente già in parte scaricati. Il forte vento ci ha accolto solo al Passo del Mulaz, ma aveva risparmiato i pendii a nord. La discesa a Molino è stata a dir poco entusiasmante, una polvere soffice e veloce tutta per noi fino alla mulattiera che porta agli impianti di Falcade. Abbiamo passato la notte al Rifugio Fuciade, dove l’accoglienza e cucina sono al top. A guastare le feste ci ha pensato un vento fortissimo che per tutta la notte e il giorno seguente ha soffiato da nord, rovinando tutti i pendii oltre i 2000 metri di quota…La nostra traversata dal Fuciade a Malga Ciapela attraverso la Forca Rossa è stata comunque divertente, sotto il limite del bosco la neve era rimasta polverosa e ci ha regalato delle belle curve.

Traversata di Forca Rossa, San Pellegrino.

Siamo arrivati a Malga Ciapela sci ai piedi immersi in un silenzio assordante, la funivia della Marmolada era chiusa e forza per salire con le pelli di foca al Rifugio Pian dei Fiacconi non ce n’era. Guido, amico e gestore del rifugio, ci ha pensato lui a risolvere la situazione, dandoci uno strappo col gatto. Grazie ancora Guido!
Il terzo giorno era dedicato alla traversata del Sella, in pochissimi avevano già percorso la Val di Mesdì, ma quali danni avesse causato il vento non potevamo saperlo, bisognava andare a vedere. E’ stata la mia prima Val Mesdì della stagione, e nel complesso le condizioni trovate sono state più che buone, l’uscita è passata bene nonostante la poca neve. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto il Lagazuoi, uno dei rifugi più belli e con la sauna più alta delle Dolomiti. Che benessere.

Traversata del Sella, Val Mesdì.

Purtroppo il bel tempo ci ha abbandonato negli ultimi due giorni, la traversata dal Lagazuoi al Sennes passando per il Col Locia, Rifugio Fanes e Pederù, ha messo a dura prova il nostro spirito, una giornata uggiosa e purtroppo con tanta pioggia fino a quasi 2000 metri. Abbiamo raggiunto il rifugio Sennes nel tardo pomeriggio sotto una nevicata bagnata, il vento soffiava la poca neve scesa al suolo su pendii purtroppo molto secchi. L’ultimo giorno avrebbe dovuto portarci a Braies, ma a Forcella Riciogogn abbiamo deciso di non proseguire in discesa verso il Lago, pochissima neve a nord e accumuli pericolosi avrebbero compromesso la sicurezza del gruppo e non sarebbe comunque stata una giornata piacevole.
Il bilancio finale di 4 belle giornate su 6 è stato decisamente positivo, e devo fare i complimenti ai miei compagni di avventura, qualcuno non più ragazzino visti i quasi 70 anni di età.