Via ferrata Oskar Schuster.

Ho perso il conto delle belle giornate in Dolomiti, pioggia e forti temporali li sentiamo solo di notte, poi la mattina esce un sole rovente e allora tutti in montagna, escurionisti, alpinisti e scalatori. Ancora moltissima gente in giro, le classiche ferrate come la Tridentina sono “off-limits”, anche se si decide di ritardare la partenza ci si deve mettere in coda. Allora basta avere un attimo di fantasia, ma soprattutto allungare i tempi di avvicinamento per ottenere una selezione naturale!
Oggi siamo stati nel gruppo del Sassolungo per effettuare la traversata del Sassopiatto, salendo da est per la via ferrata Oskar Schuster e poi scendere lungo lo scivolo sud ovest. Prendendo la cabinovia che porta alla forcella Demetz, bisogna pazientare quasi due ore per cominciare ad arrampicare. Dico arrampicare perché la Schuster non è la semplice ferrata dove basta tirare il cavo e in qualche modo si sale. Qui si arrampica sul I e II grado in molti tratti sprovvisti di cavo metallico, soprattutto all’inizio e alla fine del percorso, rendendo la salita davvero interessante e “selettiva”, un vero viaggio all’interno della parete Est del Sassopiatto.
A seguito della frana scesa a metà parete un paio di anni fa, ora il percorso è stato raddrizzato sulla sinistra, e si affrontano alcune sezioni ripide ed entusiasmanti, fino ad una caratteristica scaletta che riporta al percorso originale.
Nel complesso un itinerario assolutamente da consigliare ad un pubblico preparato per lunghe giornate in ambiente (4 ore a salire e ancora 3 ore buone a scendere e rientrare all’auto), al di fuori dei classici percorsi battuti dove è difficile ormai respirare vera montagna e un pò d’alpinismo che rende l’avventura indimenticabile.