Per chi fosse alla ricerca di un 4000 nelle Alpi di soddisfazione e non molto frequentato, il Dent d’Herens deve rientrare nella vostra wishlist. Già percorrendo in auto la lunghissima Valpelline, a nord di Aosta, si entra nella dimensione selvaggia di questa cima. Due giorni sono necessari per salire e scendere dalla montagna, mezzi meccanici che alleviano gli oltre 2000 metri di dislivello totale non ce ne sono. Di sicuro conviene portarsi una mountain bike per coprire i 6km di sterrata lungo la diga di Place Moulin, ci si può spingere anche un pò oltre il rifugio Prarayer fin quando il sentiero diventa più stretto e si raggiunge il primo ponticello sul torrente. L’avvicinamento al Rifugio Aosta nel primo giorno richiede 3/3.30 ore totali dal parcheggio (usando la mountain bike), è una camminata piacevole che mi ha ricordato le valli sperdute del Nepal. L’ultimo strappo per arrivare al Rifugio è attrezzato con vecchie catene, questa scelta è più rapida rispetto ad un nuovo sentiero sulla morena a destra.
Il Rifugio Aosta è piccolo, un vero rifugio alpino, sistemato su un lenzuolo d’erba ripido. Diego lo gestisce ormai da 6 anni, è un tipo solitario ma sempre sorridente e gentile. Il genepy, fatto da suo padre con le piantine raccolte da lui, è d’obbligo al check-in, dopo i pasti e il giorno dopo prima di scendere a valle. Quando siamo andati sul Dent d’Herens erano i primi di settembre, le condizioni erano molto buone nonostante avesse nevicato di recente, eppure c’erano solo 4 cordate per il giorno seguente.
Di quella sera in rifugio ricordo una pasta al pomodoro enorme e uno spezzatino di carne dal sapore così estremo, così selvatico che più di qualcuno non ha avuto il coraggio di mangiare più di 2-3 bocconi. Nessuna bagarre l’indomani, dal rifugio il sentiero su per la ripida morena è molto evidente, il ghiacciaio per contro non l’avevamo trovato in condizioni ottimali. Nel tratto ripido che rimonta sul plateau il ghiaccio vivo ci ha fatto perdere qualche minuto in più nella ricerca della via giusta, cosa che non capita mai generalmente in piena stagione. In condizioni secche, conviene stare il più possibile sulla sinistra sotto le rocce, prestando molta attenzione anche ai crepacci trasversali.
La salita al Colle Tiefenmatten è ben attrezzata con una catena metallica, in qualche recensione si parla di pericolo di caduta sassi, potrebbe esserci solo quando siete ancora alla base delle rocce con delle cordate in azione sopra, ma non una volta presa la catena. Il percorso è in obliquo e a tratti faticoso. Il tratto di cresta che va dal Colle al ripido pendio di neve è divertente, nel complesso facile ma poco attrezzato, le difficoltà comunque non superano il III grado.
La Cresta Tiefenmatten è valutata AD, questo tratto di arrampicata l’ho trovato un pò più tecnico di quelli che si trovano sul Cervino ad esempio, forse perché si arrampica sempre in traverso e la roccia qui è stratificata e obbliga più ad incastri, non ci sono maniglie da tirare. Comunque è un tratto piuttosto rapido, trovandolo secco e quindi salibile senza ramponi come è capitato a noi. Non ci sono problemi di ricerca dell’itinerario tanti sono i graffi delle ramponate sulla roccia. Una volta raggiunto il plateau di neve si rimettono i ramponi, le condizioni erano ottime tanto da poter salire tranquillamente a zig zag a corda corta. Negli ultimi 150-200 di metri di salita la neve lascia spazio ancora ad un tratto roccioso, una paretina facile sotto la cresta sommitale dove si trovano delle “T” in ferro in stile Cervino dover poter fare piccoli tiri e assicurare il compagno (e calarlo in discesa per velocizzare le operazioni). La cresta finale ha dei passi esposti con vista parete nord mozzafiato, il panorama dalla cima è grandioso, con il Cervino così vicino che quasi lo puoi toccare, e tutta la Corona Imperiale (dalla Dent Blanche al Weisshorn) verso nord. Penso ci abbiamo messo 5 ore a raggiungere la vetta della Dent d’Herens dal Rifugio Aosta, in discesa faremo un pò meglio.
Qui optiamo per la linea di calata in doppia dopo lo scivolo di neve, individuare la prima di queste calate (in giro si legge siano “segrete”…a me sembra lo sappiano tutti) è abbastanza evidente.
In tutto sono 7, è necessaria una corda da 60 metri. Tutti i punti di fermata sono ben protetti (tranne i primi due) le calate sono tutte tendenzialmente oblique verso destra (faccia a valle). Occhio alla seconda, è corta e un pò fuori asse. Non saltate la terza sosta altrimenti vi troverete su un chiodo solo (anche buono, integrabile con un piccolo friend, se li avete) 7 metri dalla sosta a spit di calata successiva. Scendere per la via di salita penso sia più veloce per una cordata esperta, ero solo curioso di vedere le calate.
Siamo rientrati al rifugio esattamente per l’ora di pranzo, e non ci siamo fatti scappare un’altra montagna di spaghetti prima di incamminarci verso valle. Aver portato le scarpe da ginnastica per l’avvicinamento si è rivelata una grande mossa anche se il tratto non è poi lunghissimo, ma la bici ha la priorità massima nell’organizzazione di questa due giorni. Montati in sella, la bibita rinfrescante del rifugio Prarayer dista solo qualche minuto, le due brevi risalite sulla sterrata sono poca roba e si raggiunge la macchina in una mezz’ora.
E’ stata la mia prima volta sul Dent d’Herens, il Quattromila numero 38 della mia lista. Ringrazio Graham e tutti coloro che si affidano a me in tutte quelle salite che ancora non conosco. E’ una avventura ancora più entusiasmante per entrambi affrontare un cima “a vista”.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten. Diego, gestore del Rifugio Aosta.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten. Rifugio Aosta.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten. Rifugio Aosta.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
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- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten.
- Dent d’Herens, Cresta Tiefenmatten. Diego, gestore del Rifugio Aosta.