Quest’anno ho passato la Pasqua sugli sci insieme a Tuomas e Mari da Helsinki per una traversata intorno al Cevedale. Moltissime sono le varianti a questo raid di sci alpinismo , tra i più classici delle Alpi Centrali, caratterizzato da gite per tutti i gusti e dislivelli, e servito da ottimi e confortevoli rifugi. Il vento e il meteo variabile hanno caratterizzato la nostra traversata, ciò nonostante siamo riusciti a rispettare il nostro itinerario.

Primo giorno. Val Madriccio.

Primo giorno. Val Madriccio.

Siamo partiti con gli impianti da Solda, e dal Passo del Madriccio siamo scesi con una lunghissima discesa al rifugio Corsi, dove il vento forte e la nebbia hanno lasciato posto ad un bel sole caldo. Abbiamo passato la prima notte al Rifugio Martello insieme ad un gruppo di americani, molta gente dell’Est, incredibilmente ero l’unico italiano ( e così è stato in tutti gli altri rifugi). Nel giorno di Pasqua il sole ci ha garantito una gita splendida fino in cima alla Zufallspitze e una discesa spettacolare tra i crepacci e seracchi della Vedretta di Cedec prima di risalire al Passo del Pasquale. Con le gambe provate dal dislivello della salita siamo scesi al Rifugio Branca per la Val di Rosole su bella neve ammorbidita dal sole. Il Palon de la Mare è stata la nostra prima salita dal Rifugio Branca, purtroppo la cattiva visibilità e il vento fortissimo sotto la cima hanno reso la gita una vera avventura soprattutto in discesa. I ghiacciai quest’anno non sono in gran forma, molti crepacci sono appena coperti dalla neve e bisogna essere attenti.
La seconda notte al Rifugio Branca ci ha ben ricaricati per la nostra giornata più faticosa, questa volta con una meteo super. Siamo saliti prima in cima al Pizzo Tresero per l’itinerario classico, poi è stato il momento di lunga discesa ai Forni e ripellata finale per l’ultima notte al Rifugio Pizzini.

Quarto giorno. Pizzo Tresero.

Quarto giorno. Pizzo Tresero.

La via di rientro a Solda è stata un’altra avventura, dal Pizzini abbiamo raggiunto il Casati nella nebbia e vento forte. Eravamo gli unici in rifugio insieme al gestore, poi pian piano sono arrivati altri gruppi. Non era nostra intenzione passare un’ultima notte in quota, anche se il rifugio era caldo e accogliente rispetto alla bufera che imperversava fuori, così siamo saliti insieme ad un’altra guida e i suoi due clienti  al passo di Solda e per poi scendere nel ghiacciaio verso il rifugio Città di Milano, naturalmente legati con la corda vista la scarsa visibilità e i numerosi crepacci.
Ringrazio i miei soci Tuomas e Mari per aver condiviso questa grande traversata insieme, ricca di avventure e momenti indimenticabili.