In cima al Monte Bianco, 4807m.

Un concetto va chiarito fin dall’inizio. Salire in cima al Monte Bianco non è facile. La via può non necessariamente essere tecnica, ma si tratta sempre di una salita in alta quota, lunga, che non deve essere presa sotto gamba, anche se si decide di arrivare in cima lungo la via comune francese.
Abbiamo preparato il nostro gruppo nei primi 3 giorni con la salita al Gran Paradiso, che rappresenta l’acclimatamento ideale in vista del obiettivo finale, il Monte Bianco.
Una prima notte al rifugio Chabod, la salita ai 4061 metri del Gran Paradiso (gli ultimi 50 metri alla vetta come sempre molto caotici) e poi una seconda notte al rifugio Vittorio Emanuele. Il terzo giorno siamo scesi a Pont per passare poi il pomeriggio in relax a Chamonix.
Il quarto giorno siamo saliti con la Funivia al Bellevue per prendere il trenino che quest’anno si ferma prima del Nid d’Aigle per lavori in corso nel tratto delle gallerie. Abbiamo passato la notte al bel rifugio Tete Rousse a 3100 metri, una buona opzione rispetto al rifugio Gouter, 700 metri più in alto e sempre intasato di gente, dove non si riesce a riposare con tranquillità.
I 1400 metri di dislivello del Gran Paradiso sono un ottimo test per il quinto giorno, dove si devono affrontare 1700 metri di dislivello per salire in cima ai 4810 metri del Bianco. Servono resistenza, tenacia, piede sicuro (sia nella cresta rocciosa che porta al Rifugio Gouter che lungo la cresta nevosa dei Bosses) per quella che sarà una delle giornate più faticose della vostra vita!
Jeff e Mike dall’ Australia, nonostante non abbiano quasi mai pestato neve (e mai stati su un ghiacciaio), sono stati tra i pochi dei nostri a salire sul tetto delle Alpi. Non devono ringraziare solo la guida che li ha portati in cima, ma la riuscita del loro progetto è stato frutto di tanti e duri allenamenti nelle piccole montagne di casa.
Per me resta il ricordo emozionante del mio primo Monte Bianco, al primo tentativo, in una stagione segnata da giornate molto instabili a Chamonix e da un evento tragico, che ormai tutti conosciamo, proprio nel giorno della nostra salita alla cima. Nove persone hanno perso la vita per colpa del crollo di un seracco, poi una coppia di spagnoli un paio di giorni dopo si è avventurata nella tormenta e non ha più fatto ritorno al rifugio Gouter.
La natura continua a muoversi nonostante tutto, noi non possiamo farci nulla. Non possiamo sempre cercare di dare delle spiegazioni ad eventi che noi non potremmo mai controllare. Dobbiamo cercare di muoverci sempre con prudenza, e affrontare la montagna con chi è più esperto di noi se non siamo competenti e non abbiamo la dovuta esperienza nel terreno.

La mia macchina fotografica mi ha abbandonato alla partenza per il Bianco (dannate batterie…), spero di ricevere presto le foto dai miei compagni di avventura. Solo l’iPhone miracolosamente ha resistito per una foto in vetta.
Buone gite a tutti!