La Croda da Lago è una delle cime simbolo di Cortina. La sua cresta dentellata è molto fotografata dal Lagazuoi e Cinque Torri, alla sua base nel versante est il lago Federa è tra i più belli in Dolomiti e meta popolare nel periodo estivo grazie anche al comodo rifugio Palmieri a pochi metri dalla sua sponda.
La Croda da Lago era una delle mete ambite da alpinisti ed avventurieri alla fine dell’Ottocento, si partiva a piedi da Cortina a notte fonda per salire la via Comune e rientrare in paese nel pomeriggio! Cose impensabili al giorno d’oggi, dove gli scalatori moderni preferiscono mete con avvicinamenti sotto l’ora di marcia. Dalla terrazza del rifugio Palmieri, a due passi dal Lago Federa, la cima sembra così vicina eppure arrivare alla cengia d’attacco delle vie sulla parete Est ci vuole almeno un’ora abbondante da qui. Ad oggi le vie “più frequentate”, se così si può dire, sono la Cresta Sinigaglia che con difficoltà di III/IV grado porta in cima alla Croda da Lago, e la Haupt sul Campanile Innerkofler (IV+, con due brevi tratti di V-).
Franz Dallago, insieme a suo cugino Armando e Raffaele Zardini aprirono nel 1968 una via che parte dalla base della parete Est della Croda da Lago e supera delle ripide placche poco a destra dello Spigolo Est del Campanile Federa, incontrando difficoltà fino al VI grado nella parte bassa, e V+ in alto. La scorsa estate, le Guide Alpine della scuola Cortina360 hanno ripreso l’itinerario nella parte alta, sistemando gli ancoraggi nei punti di sosta e la discesa in corda doppia, rivalutando un bell’itinerario, non molto lungo ma comunque impegnativo per il suo grado. Una cosa è certa, non si correrà mai il rischio di trovare la coda da queste parti.
Ci sono diverse opzioni per l’avvicinamento. Si può usufruire del servizio jeep fino al Rifugio Palmieri, raggiungibile anche con una e-bike, e da qui seguire la via normale fino al cengione d’attacco in un’ora abbondante. Una valida alternativa è partire da Ru Curto, seguire il sentiero 435 per il Rifugio Palmieri fino al Cason di Formin. Qui si imbocca il 436 per forcella Formin, lo si segue fino alla base del ghiaione che scende dalla cima del Cason di Formin. Si abbandona il sentiero ufficiale per seguire tracce di sentiero fin sotto la parete del Cason di Formin e faticosamente si risale il canale nella parte alta fino a raggiungere la forcella. Da qui una comoda traccia sul plateau erboso di Ciadenes porta velocemente ai due canali ghiaiosi della normale. In meno di due ore (a buon passo) dalla macchina si è sulla cengia di attacco, uno spit nel tratto più esposto dietro lo spigolo del Campanile Innerkofler indica l’inizio della via.
Per la descrizione dettagliata della via, vi rimando al libro del Bernardi “Arrampicare a Cortina e dintorni”, lo schizzo tecnico è corretto. Qualora la fessura d’attacco originale fosse bagnata, o volendo partire più “soft”, si può proseguire lungo la cengia d’attacco ancora 30 metri fino a girare lo spigolo (ometto) e si risale per facili gradoni (III max) fino ad un cengione dove si sosta su blocco su due spit (ultima sosta di calata in discesa). Da qui si sale puntando allo spigolo e ci si ricongiunge al secondo tiro della via. Il terzo e quarto tiro sono i più impegnativi, si trovano pochi chiodi dove serve, altrimenti è possibile integrare con friends solo in qualche tratto. Il quarto tiro è super, roccia compatta e verticale, dove bisogna leggere bene la roccia per trovare il passaggio più facile. V+ mi è parso un pò stretto come grado.
Le ultime lunghezze sono più facili, ma bisogna sempre prestare attenzione alla roccia non ancora ripulita. Il panorama dalla cima è unico, la conca ampezzana è così vicina eppure ci troviamo in una piccola punta selvaggia.

Croda da Lago, Campanile Federa. Via Dallago. In rosso la traccia di salita, in verde la discesa in corda doppia.
La discesa è in parte diversa da quella descritta nel Bernardi, è necessaria e sufficiente una sola corda da 60 metri. Dalla cima si scende in conserva fino all’ultima sosta, da qui ci si cala 30 metri esatti fino alla sosta sullo spigolo del quinto tiro ( spit e clessidra collegati). Da qui, sguardo al Becco di Mezzodì, ci si cala 10 metri (oppure si disarrampica) fino alla prossima sosta su spit e clessidra. Altri 20 metri di calata ( verso destra faccia a valle), fino al prossimo ancoraggio su comoda cengia, spostato di 8 metri dalla verticale. Quarta calata, verticale 27 metri, quinta calata ancora verticale (25 metri) fino al grande cengione, dove si fanno su le corde, e in conserva, seguendo tracce di passaggio e ometti, si raggiunge l’ultima calata sulla prima sosta della via (due spit su masso), che con 30 metri deposita alla cengia d’attacco.
- La Tofana di Rozes all’alba.
- Arrampicare sulla Croda da Lago.
- Arrampicare sulla Croda da Lago.
- Arrampicare sulla Croda da Lago.
- Arrampicare sulla Croda da Lago. Campanile Federa, Via Dallago.
- Arrampicare sulla Croda da Lago. Campanile Federa, Via Dallago.
- Arrampicare sulla Croda da Lago. Campanile Federa, Via Dallago.
- Arrampicare sulla Croda da Lago. Campanile Federa, Via Dallago.
- Arrampicare sulla Croda da Lago. Campanile Federa, Via Dallago.
- Arrampicare sulla Croda da Lago. Campanile Federa, Via Dallago.
- Arrampicare sulla Croda da Lago. Campanile Federa, Via Dallago.
- Arrampicare sulla Croda da Lago. Campanile Federa, Via Dallago.
- Croda da Lago, Campanile Federa. Via Dallago.