Sci alpinismo intorno al Gaulihutte, Berner Oberland.

Tutti conoscono il lato famoso del Berner Oberland, quello dei 4000 con i nomi più lunghi e complicati delle Alpi, col trenino a scartamento ridotto più caro del mondo (probabilmente è vero), col ghiacciaio infinito dell’Aletsch e l’Eiger. Ah…la parete Nord!
Il Gauligletscher, a nord est del gruppo, rappresenta il lato selvaggio dell’Oberland, “the wild side” detta alla inglese, che fa molto figo. Divenne famoso alle cronache quando un DC-9 americano compì un atterraggio di emergenza proprio in questo ghiacciaio nel novembre del 1946, dando inizio alla più grande operazione di salvataggio nelle Alpi.
Gli amanti dello sci alpinismo in Svizzera conoscono bene queste zone, soprattutto i locals, gli stranieri un pò meno, forse perché bisogna faticare molto solo per raggiungere la Gaulihutte, la capanna al centro della scena.
La prima volta andai con Dan e Janine Patitucci un pò di anni fa, non eravamo stati molto fortunati col tempo, ma mi era piaciuto così tanto che son tornato questa primavera con un gruppo di giovani e forti dal Colorado. “Quando il bel tempo è dalla tua parte, sei già a metà dell’opera” dico sempre, in particolare se si va in giro per ghiacciai. Se poi la neve è anche di ottima qualità, non resta altro che mettere le pelli e far un bel pò di salita e divertirsi in discesa.

Sci alpinismo intorno al Gaulihutte.

Per questioni logistiche, abbiamo spezzato la nostra traversata al Gaulihutte pernottando alla Bachlihutte, perfettamente gestito da Vroni, suo marito Berni e Claudia. E’ stata anche l’unica giornata in cui abbiamo sciato firn perfetto dalla base del Alplistock.
Il secondo giorno è già tempo di una tappa tecnica, con l’attraversamento del Obribacklilicken, ben attrezzato con scale metalliche e catene. La cima dell’Hubelhorn è la classica meta dalla Bachlihutte, che permette di assaggiare e ammirare le dimensioni del Gauligletscher lungo la discesa. Per raggiungere il Gaulihutte bisogna rimettere le pelli, è un piccolo Calvario sotto il sole cocente, ma questa volta non è andata poi male. Ad accogliervi in questo bellissimo rifugietto svizzero c’è Teddy, un collega conosciuto a Sennes un pò di anni fa, sua moglie Franzi e la mamma di Teddy. E’ stato il nostro campo base per tre giorni, disconnessi dal mondo reale. Incredibile!

Sci alpinismo intorno al Gaulihutte.

Il terzo giorno, con la meteo migliore della settimana, ci siamo andati giù pesanti. Il Wetterhorn è distante dal rifugio, normalmente lo si sale per poi scendere direttamente a Rosenlaui, ma non è stato il caso nostro. Per quelli forti e allenati, il Wetterhorn è una meta “popolare” in giornata da Rosenlaui se si hanno 2600 metri sulle gambe, il trittico “Wetter-Mittel-Rosenhorn” è per gli hard-core.
Ad ogni modo, è una stupenda ascensione, con diversi cambi di assetto, e una canale finale ripido, dove si devono portare gli sci in spalla se l’obiettivo è la discesa dalla cima. Purtroppo per noi, un vento teso e freddo non ha mollato la betonata bianca dentro il canalino, ma il panorama dalla vetta è stato comunque grandioso, con la cresta Mittelegi dell’Eiger che vista da qui sembra un lama di rasoio.
Ero sicuro che sarebbe stata una giornata enorme, e temevo che avremmo fatto tardi, invece siamo rientrati in meno di 9 ore al Gaulihutte, in tempo per divorare l’ennesimo Rosti Completo.

Sci alpinismo intorno al Gaulihutte. Wetterhorn.

Sci alpinismo intorno al Gaulihutte. Wetterhorn.

Sci alpinismo intorno al Gaulihutte. Wetterhorn.

Sci alpinismo intorno al Gaulihutte. Wetterhorn.

Il quarto giorno era Pasqua, e la sorpresa dell’uovo è stata una discesa abbastanza ripida in polvere lungo un pendio che guardavo continuamente il giorno prima. Dopo tutto quel vento, penso siamo stati gli unici (qualcuno ha poi seguito la nostra traccia) a fare una gran sciata quel giorno.
Arriviamo così all’ultimo giorno, la discesa a Rosenlaui era da un pò che la sognavo. Siamo partiti presto, alla luce delle frontali, e arrivati quasi in cima al Rosenhorn. Dico quasi, perché c’è una cresta di rocce rotte orizzontale che separa la cima dalla anticima, e questa volta ci siamo accontentati di fermarci dove finisce la neve. D’altra parte, siamo venuti qui per sciare, mica per faticare a casaccio. Poco sotto la “nostra” cima, c’è una paretina molto ripida esposta ad Est che già guardavamo (anche lei) nel giorno del Wetterhorn. Le condizioni ci sembravano perfette, così ho tirato fuori la corda, anche per dire di non averla solo portata a spasso. E’ stata una breve ma stupenda avventura.

Sci alpinismo intorno al Gaulihutte. Rosenhorn e Rosenlaui gletscher.

Non è finita qui, perché la discesa per Rosenlaui è solo all’inizio. E’ infinita, selvaggia, impressionante, lungo un ghiacciaio crepacciato, con tratti ripidi che richiedono cautela, e bisogna anche muoversi in fretta visto che si scende fino a 1200 metri ed è meglio non trovarsi sui ripidi pendii del Klein Wellhorn con la neve marcia.
La sosta al piccolo hotel di Rosenlaui, in attesa del taxi, ci ha consentito l’ultima dose pesante di formaggio, la fetta di pane di segale con la raclette è davvero il top, in accoppiata con una birra. Ma anche due.
Grazie Derek, Matt S, Enk e Matt G per queste mie ultime curve di stagione nelle Alpi.