Il Nadelhorn e Stecknadelhorn sono due 4000 sopra Saas Fee, fanno parte di quella lunga catena di cime oltre i 4000 che partono dall’Alphubel a sud per terminare con il Durrenhorn verso nord. Il collezionista dei 4000 conosce bene questo angolo del Vallese, poiché in un solo giorno può mettere nel sacco ben 4 cime oltre i 4000 metri, se non addirittura 5: il Durrenhorn, l’Hoberghorn, Stecknadelhorn e Nadelhorn, e non avendone abbastanza anche la Lenzspitze. Questa lunghissima avventura è oltremodo faticosa, perché il Mischabelhutte, punto di partenza verso queste cime, è tanto in alto sopra Saas Fee, e non ci sono impianti di risalita che facilitano l’avvicinamento (a essere onesti, si può prendere la cabinovia dal paese fino ad Hannig, ma non cambia molto). Il rifugio si raggiunge in 4 ore da Saas Fee, anche qualcosa in meno salendo spediti, poi ci pensa Maria e il suo simpatico staff al femminile a rifocillarti con un ottimo rösti, affettati misti locali o una calda zuppa. La simpatia e disponibilità sono di casa qui a 3340 metri, il rifugio è stato rimodernato da poco ed è bello e semplice, in pieno stile svizzero.
Chi sale al Mischabelhutte e punta al poker di 4000 deve essere sicuro che il Couloir della Selle sia in buone condizioni. È questa il ripido accesso per raggiungere la prima vetta, il Durrenhorn, e poi proseguire lungo la Nadelgrat. Il canale della Selle è ripido in cima, sui 50 gradi, esposto a pieno Est e purtroppo sotto assedio delle marce pareti laterali, che possono scaricare sassi già dalle prime ore del giorno se fa caldo.

Verso il Nadelhorn.

L’attraversata delle 4 cime era nel progetto insieme ad Enrico, che ho incontrato il giorno stesso in cui son sceso dal Cervino a fine luglio. Purtroppo le condizioni del canale della Selle erano peggiorate in fretta proprio a causa della alta pressione e il caldo torrido, e sarebbe stato un azzardo portarsi sotto a questo canale anche nel buio della notte. L’isoterma oltre i 4000 metri che non abbandonava le Alpi aveva trasformato questo stretto scivolo bianco in una trappola per topi, e le notizie giunte parlavano di un bombardamento continuo di sassi. La debole nevicata prevista (e arrivata) nella notte non avrebbe certamente migliorato la salita, anzi ci ha ben rallentato il giorno seguente lungo la normale del Nadelhorn. La traccia di salita, coperta da un buon strato di 20 cm di neve soffiata dal vento, ha reso insidiosa la nostra progressione, per un bel pò siamo rimasti in testa a battere la traccia, poi abbiamo lasciato passare con piacere altri volenterosi che ci si erano avvicinati. C’era già una bella luce in cima al Nadelhorn, la giornata era fresca, e abbiamo deciso di proseguire verso lo Stecknadelhorn per portare a casa almeno 2 cime.

Dallo Stecknadelhorn al Nadelhorn.

La progressione è stata più lenta del previsto, le rocce iniziali erano coperte di neve e richiedono cautela. La cresta di neve che divide il Nadelhorn dallo Stecknadelhorn è molto fotogenica e non difficile, raggiunta la vetta abbiamo guardato avanti verso l’Hoberghorn, e l’abbiamo salutato, dandoci appuntamento per un’altra volta, consci che il rientro al Nadelhorn, poi giù al Mischabelhutte e ancora fino a Saas Fee sarebbe stato faticoso.
Una bella birra grande è sempre il mio antinfiammatorio naturale preferito, forse ne abbiamo bevuta anche un’altra mezza, ma non sono comunque bastate a darci la giusta scioltezza ed energia necessarie per la discesa, resa più difficile da un caldo bestiale. Non ne potevamo più.
E’ stata comunque una bellissima due giorni in quota, e probabilmente ci ritorneremo per chiudere i conti… chissà!