Secondo gendarme della Eselgrat.

Secondo gendarme della Eselgrat.

Settembre non tradisce mai le aspettative, a maggior ragione quest’anno, segnato dall’estate più schifosa che io possa ricordare. Un paio di settimane fa sono ritornato in Engadina con Jean, purtroppo l’ombrello è stato nostro compagno di viaggio (fidatissimo anche!) da Morteratsch fino a quasi la Chamanna Boval. Il nostro piano iniziale era di salire la Cresta da la Spraunza sul Piz Morteratsch, ma l’abbondante nevicata in quota di qualche giorno prima ci ha fatto ripiegare sulla facile e divertente via normale che passa per la Fourcla da Boval. Messo piede sul ghiacciaio siamo stati abbracciati da nuvole e visibilità azzerata, che non ci hanno comunque fermato nel nostro percorso fino alla cima. “Almeno non abbiamo preso acqua” ci siamo detti, e proseguendo la traversata giù alla Chamanna Tschierva alla fine stati premiati con qualche bel raggio di sole. L’indomani dopo la colazione delle 3.30, ci siamo incamminati da soli per il sentiero che porta alla Vadret da Tschierva, una bella morena di sfasciumi e grosse pietre (anche qui come sulla Biancograt i catarifrangenti aiutano nella navigazione), e dopo un’ora e mezza abbiamo cominciato a zig zagare sulla parte bassa del ghiacciaio tra crepacci enormi, fino a ricongiungerci con la traccia sulla neve. L’obiettivo della giornata era la Eselgrat sul Piz Roseg, una grande classica su una delle cime più affascinanti di tutte le Alpi. L’ambiente circostante è splendido, con le pareti del Bernina e Scerscen, e poi la Nord del Roseg sopra la testa in condizioni ottime. La parte di roccia l’ho trovata entusiasmante, con passi non banali e molto esposti, su gneiss DOC. Arrivati sulla cupola di neve ci siamo portati (non senza fatica, si sprofondava parecchio) alla Schneekuppe dove le tracce del giorno prima finivano, la cima vera e propria era carica di neve e la cresta molto affilata. Anche noi non ci siamo avventurati, un pò perplessi ma comunque soddisfatti abbiamo cominciato la discesa fino alla Tschierva, dove Caroline ci ha detto che “tutti si fermano alla Schneekuppe, normale..”. Della serie anche gli Svizzeri non son sempre precisi.
Birre, sidro, zuppa, dolce, e poi ci siamo incamminati giù in Val Roseg, dove l’ombrello si è rivelato ancora fondamentale e al superamento del km 20 della nostra giornata si è materializzato un rumeno cammuffato da local di Pontresina su un Forester che ci ha portato alla macchina fino al parcheggio di Morteratsch.
Una 3 giorni di alpinismo perfettissima!