Non è il mio anno per salire in cima al Monte Bianco. In primavera abbiamo mancato la vetta per colpa del vento, a luglio non abbiamo neanche raggiunto il Grand Couloir du Gouter per il vento patagonico su tutta la cresta e la neve nuova, a fine agosto abbiamo battuto traccia fino al Rifugio Tete Rousse per poi ritirarci alle prime luci del giorno dopo e scendere direttamente al trenino del Nid d’Aigle. Speravo che Settembre mi avrebbe portato fortuna, ma la settimana era già iniziata in salita per noi. Sul Gran Paradiso abbiamo dovuto lottare contro il freddo e un vento fortissimo che ha tentato di fermarci poco sopra la “schiena d’asino”. La cima poi l’abbiamo raggiunta, incredibilmente senza vento..ma i denti di Helen battevano bene.
Dopo un giorno di relax (si fa per dire) sulla divertente Via des Evettes, una ferrata sopra La Flegere dove ci siamo inzuppati d’acqua, precisamente nel punto chiave della salita, ovvero sui 50 metri di ponte tibetano…abbiamo dovuto rinunciare al nostro obiettivo. Era impossibile raggiungere il Refuge du Gouter con il vento a 130km/h, la nuova neve e soprattutto con le temperature previste per il giorno dopo. -30 in cima al Monte Bianco…anche no!
Il nostro piano B, se poi si può definire tale, è stato il Bishorn, “le Quatre Mille des Dames” è soprannominato. Ma queste donne devono essere toste, perché raggiungere la bellissima e ultra moderna Cabane de Tracuit richiede almeno 4 ore di cammino dall’Hotel des Bouquetins sopra Zinal per coprire i 1600 metri di dislivello. Abbiamo preso la pioggia e il vento solo nell’ultima ora di cammino, poi prima di cena il vento forte ha pulito il cielo e…credetemi il panorama da qui non ha nulla da invidiare a certe valli in Himalaya. Le cime della Corona Imperiale sono le protagoniste di questo scenario di alta montagna assolutamente eccezionale.
Il giorno seguente siamo partiti insieme ad altre 4-5 cordate alla luce della frontale, dopo aver attraversato il Turtmanngletscher siamo passati in testa e abbiamo battuto traccia fino alla cima del Bishorn. Questa volta siamo stati graziati dal vento, la vista è spettacolare, in primis sulla cresta nord del Weisshorn. Sulla via del ritorno le mie gambe hanno apprezzato molto le scarpe da trail ai piedi!
- Sul Ghiacciaio di Laveciau al Gran Paradiso.
- Le rocce sommitali del Gran Paradiso.
- Le rocce sommitali del Gran Paradiso.
- Le rocce sommitali del Gran Paradiso.
- In discesa dal Gran Paradiso.
- A Zinal, pronti per salire alla Cabane de Tracuit.
- Le Chiesso, sul sentiero verso la Cabane de Tracuit. Zinal.
- Le Chiesso, sul sentiero verso la Cabane de Tracuit. Zinal.
- Il breve tratto ferrato prima della Cabane de Tracuit.
- La Cabane de Tracuit.
- La Cabane de Tracuit.
- Il panorama sulla Corona Imperiale. Il Zinalrothorn a sinistra e Obergabellhorn a destra.
- Il panorama dalla Cabane de Tracuit, Bishorn a sinistra e Weisshorn a destra.
- Luci del tramonto dalla Cabane de Tracuit.
- Alla luce della frontale sul Turtmanngletscher. Bishorn.
- Salendo verso il Bishorn, i colori dell’alba e l’inconfondibile ombra del Monte Bianco all’orizzonte sulla sinistra.
- La cima del Bishorn.
- Ultimi passi prima della cima del Bishorn. Sullo sfondo i 4000 tra Zermatt e Saas Fee (Nadelhorn, Dom de Mischabel…)
- Il Weisshorn dalla cima del Bishorn.
- I 4000 dal Dirruhorn all’Alphubel.
- Una cordata in salita verso il Bishorn.
- sulla via del ritorno, una cordata attraversa i crepacci del Turtmanngletscher. Bishorn.