Quali sono le vie classiche di V grado tra il Passo Sella e il Pordoi? Se ci pensiamo bene, non ce ne sono poi molte.  Me ne vengono in mente due al volo, la Gross al Sass Pordoi e la Vinatzer alla Terza Torre di Sella. La prima è una bellissima salita, sempre ripida ed esposta, ma ha solo qualche brevissimo passaggio singolo su questa difficoltà. La Vinatzer è ideale per giornate calde e non ad inizio stagione, quando si potrebbe trovare neve sia nell’approccio che in discesa.

La parete sud del Piz Ciavazes è in condizioni già in tarda primavera e sempre molto frequentata, ci sono almeno un paio di classiche sul IV+ (Piccola Micheluzzi e Via della Rampa in primis) per poi passare direttamente al VI grado, penso alla via Schubert o alla Grande Micheluzzi. Se prendiamo in considerazione lo Spigolo Abram molti potrebbero spaventarsi nel leggere quel VII grado (A0) sulla difficoltà della via. Quei 15 metri in fessura diedro e delicata traversata verso destra, direttamente sotto il grande tetto giallo che caratterizza questa linea al margine Est del Piz Ciavazes, sono molto ostici se affrontati in libera, ma sono anche ottimamente chiodati e superabili in A0. Lungo la fessura ci sono anche un paio di cunei (qualcuno forse anche originale), con cordoni più o meno fatiscenti che pendono sul vuoto, a testimonianza di come Erich Abram aveva superato quel tratto chiave di salita nel 1953.

Piz Ciavazes, Spigolo Abram. Secondo tiro.

Le prime lunghezze sono molto belle e sostenute con un paio di tiri di quinto grado abbondante, su roccia gialla generalmente ripulita dalle ripetizioni. Passato il tiro chiave, le braccia e i nervi possono rilassarsi per un paio di lunghezze più semplici, che pur presentano qualche passo non banale. Gli ultimi tiri sono sempre molto belli e ben chiodati nei tratti impegnativi, con qualche passaggio più atletico su roccia gialla. Come tutti gli itinerari classici del secolo scorso, la via finisce ufficialmente sulla cima del Piz Ciavazes, ma tutti i ripetitori rientrano dalla Cengia dei Camosci, uno dei “sentieri di croda” più belli e panoramici delle Dolomiti, che era stata inserita a suo tempo da Gino Buscaini nel suo libro delle più belle vie normali in Dolomiti.

Piz Ciavazes, Spigolo Abram. Sulla Cengia dei Camosci.

Lo Spigolo Abram è sicuramente la via più famosa e frequentata di Erich Abram, alpinista bolzanino che viene ricordato dal grande pubblico per la sua partecipazione alla spedizione italiana del K2 nel 1954. Per me rimane un grande scalatore e liberista che nel 1957 fece la prima ripetizione della variante d’uscita Vinatzer alla Solleder sulla parete nord della Furchetta, trovando “difficoltà che non si possono immaginare” e definendola una via da irresponsabili. Lo Spigolo Abram è anche l’unica via tra le classiche e frequentate del Piz Ciavazes a mantenere una chiodatura tradizionale lungo i tiri e sulle soste, il che gli conferisce ancora quello stato di “serietà” e “rispetto” su una parete da anni addomesticata e iper frequentata.

Piz Ciavazes, Spigolo Abram. Io nel 2006 sul tiro chiave, in libera.

Ricordo che nel 2006 lo Spigolo Abram è stata una delle mie prime vie dove volevo provare a passare in libera (e c’ero riuscito, il giorno dopo era stato il turno della Irma se non sbaglio), per provare il famoso limite del VII grado in montagna. Oggi la considero un ottimo banco di prova per chi vuole provare a salire vie più difficili, e per chi vuole imparare a tirare i chiodi. “Mungere” sembra una cosa stupida, ma è un’arte anche quella, per non stancarsi troppo!