Quanti limiti mettiamo o pensiamo che abbiano i bambini? In montagna, ma non solo, penso sia tutto legato a ciò che noi adulti gli trasmettiamo (paure / preconcetti), oltre agli ovvi limiti fisiologici. Se penso alle attività all’aria aperta, non ho mai messo ostacoli alle mie figlie già al parco giochi, sotto gli occhi scioccati di nonni e genitori. 

Francesca in azione sulla Torre Quarta Alta, Cinque Torri.

Le ho sempre portate alle Cinque Torri quando ne avevano voglia, ogni tanto le ho pungolate pur di schiodarle da casa. Una volta siamo arrivati sotto il sasso dei bimbi, di fianco alla Torre Inglese, voglia non ce n’era tanta, era freschetto e siamo tornati alla macchina. 

Quando c’è la passione e volontà, ecco che si apre un bellissimo mondo da scoprire, quasi senza limiti. Ho accompagnato diversi bimbini alle Cinque Torri, sono riuscito a portare Bianca in cima alla Quarta Bassa a 5 anni, la piccola Francesca sulla Quarta Alta (dopo due giri sulla Bassa e la Torre Inglese) qualche mese prima dei suoi 4 anni, in totale autonomia.  Restando nella fascia degli Under 10, l’estate scorsa con Claudia e il suo babbo abbiamo fatto un “test esposizione” sullo spigolo del Pollice prima di lanciarci su una vera salita. Quelle delle partenze mattutine, con una buona ora di avvicinamento, 350 metri di parete, per fortuna con un bel rifugio poco dopo l’uscita. 

La Torre Firenze con il tracciato in rosso della Via Gluck.

Lo Spigolo del Pollice è una delle mie salite preferite di III grado, la Gluck sulla Torre Firenze è stata anche la mia prima volta. E’ una bella via! E divertente, un ingrediente fondamentale per una arrampicata con i bambini; raggiunge il IV+ in qualche passaggio, non è mai faticosa e spesso discontinua nella prima parte. Sia sul Pollice che sulla Gluck abbiamo anche sorpassato delle cordate, occhi sbarrati, increduli ma felici nel vedere la mia compagna di cordata salire leggera. 

Una piccola nicchia diventa un ottima sosta per i piccoli. Torre Firenze, Via Gluck.

Le lamentele, il “quanto manca” oppure l’ “ho fame” ci sono sempre e ben espressi, tanto quanto la gioia negli occhi quando si stanno divertendo.