Il Pomagagnon è uno dei protagonisti assoluti del panorama della conca Ampezzana. E’ quel gruppo di cime dalle pareti grigio gialle che catturano lo sguardo quando si passeggia nel centro di Cortina, le prime che osservi quando esci dal tunnel di Pocol quando scendi in macchina dal Passo Falzarego e quando arrivi a Cortina da San Vito, quelle montagne che si infiammano di rosso alle luci del tramonto. Nel gruppo montuoso del Pomagagnon all’estrema sinistra troviamo la Punta Fiames, famosa per le sue classiche vie di arrampicata e la ferrata Strobel, e oltre la Grava del Pomagagnon una caratteristica muraglia ( Punta della Croce, Testa del Bartoldo e Croda del Bartoldo) tagliata in obliquo da cinque fessure, le Cenge del Pomagagnon. Una in particolare, la Terza Cengia, è la “passeggiata di croda” più spettacolare di Cortina d’Ampezzo e tra le più belle in Dolomiti.
Diverse sono le vie di arrampicata che portano in cima a questa muro grigio giallo, la prima è stata aperta nel 1899 dalla guida alpina Antonio Dimai insieme ai suoi clienti inglesi, Phillimore e Raynor, compagni di molte altre avventure. La loro via presenta difficoltà che toccano il IV grado superiore, e si snoda al centro della parete fino alla Terza Cengia, per poi spostarsi sullo spigolo sud – est della Costa del Bartoldo. L’arrampicata è tipica della fine Ottocento, segue camini, fessure e qualche bel tratto di parete articolata e ripida per ben 18 tiri di corda partendo dalla base. In molti attaccano la via dalla Terza Cengia per salire solamente la parte superiore, dove al primo tiro si trova anche il famoso “passo Phillimore”, una breve traversata verso sinistra su una bella placca povera di appigli e appoggi. Un paio di giorni fa abbiamo percorso integralmente questo itinerario, devo dire che anche i primi tiri presentano una arrampicata interessante e mai banale, con traversate esposte dove bisogna “leggere” il passaggio (la roccia è solida ma non avendo molte ripetizioni è bene fare attenzione). Un chiodo a un metro dal cavo metallico e un pezzo della vecchia croce di vetta infissa in cima alla Costa del Bartoldo nel 1950 segnano l’attacco della Phillimore dalla Terza Cengia. Le difficoltà lungo i tiri non sono mai continue, tuttavia sono pochi i tratti di vegetazione che si devono attraversare e ogni lunghezza offre sempre bei passaggi.
Il panorama che si può godere dalla cima è a dir poco emozionante, siamo su uno dei palcoscenici più belli di Cortina d’Ampezzo, e difficilmente si incontrano altre persone qui in alto, perché la via normale di salita è lunga e faticosa, lungo una parete molto ripida di lastroni e ghiaia. Se decidete di percorrere la Phillimore ad inizio stagione come abbiamo fatto noi, è meglio avere i ramponi in zaino perché la discesa in ombra potrebbe essere innevata.
La Phillimore è una via che consiglio agli amanti delle salite storiche, soprattutto a chi vuole passare una bella e lunga giornata di avventura tra i monti, lontano dagli itinerari collaudati e comodi.
- Il tracciato della via Phillimore alla Costa del Bartoldo.
- Verso l’attacco della via Phillimore alla Costa del Bartoldo.
- Via Phillimore alla Costa del Bartoldo, primo tiro.
- Arrampicando sulla parte bassa della Phillimore alla Costa del Bartoldo.
- Arrampicando sulla parte bassa della Phillimore alla Costa del Bartoldo.
- Arrampicando sulla parte bassa della Phillimore alla Costa del Bartoldo.
- Arrampicando sulla parte bassa della Phillimore alla Costa del Bartoldo.
- Sulla Terza Cengia del Pomagagnon. Phillimore alla Costa del Bartoldo.
- L’attacco della parte alta della Phillimore al Pomagagnon.
- Il “passo Phillimore”, tratto chiave della via alla Costa del Bartoldo.
- Sulla parte alta della Phillimore alla Costa del Bartoldo.
- Pochi chiodi e tracce di passaggio sulla Phillimore alla Costa del Bartoldo, ma trovando qua e la i pezzi della vecchia croce di vetta saprete di essere sulla via giusta :)
- Ultime lunghezze esposte della Phillimore alla Costa del Bartoldo.
- In cima alla Costa del Bartoldo.
- La particolare croce di vetta sulla Costa del Bartoldo.
- Aver portato i ramponi è stata una mossa furba, ma il pendio di discesa è davvero ripido e impressionante.