Con la seconda settimana di settembre chiudo la mia spedizione estiva nelle Occidentali. Il progetto di Ben è di salire in cima all’Eiger per la cresta Mittellegi, ma il tempo ballerino di inizio del mese non ci fa ben sperare, fortuna mia è che anche Ben come Priyanka non ha alcun problema nel cambiare obiettivo. “Albi, ci sono talmente tante cime nella mia wishlist…se questa volta l’Eiger non fosse in condizioni, lo faremo l’anno prossimo. Che problema c’è!” fossero tutti come Ben, sarebbe un mondo più facile per noi guide.
Decidiamo comunque di non demordere, ci spostiamo a Grindelwald per acclimatarci e prendiamo il trenino che ci porterà sul ghiacciaio dello Jungfrau. Da bravi turisti usciamo a vedere il panorama ad ogni fermata del treno, e ad Eismeer rimango sconcertato nel vedere tanta, troppa neve sotto il rifugio Mittellegi.
La giornata è splendida, adesso non ha senso pensare all’Eiger e arrivati col treno alla Sphinx ci incamminiamo per salire il Monch lungo la via normale e cominciare il nostro acclimatamento. Troviamo qualche cordata in discesa, ottime condizioni sull’itinerario, e una bella traccia sul filo di cresta che la rende piuttosto esposta. L’indomani il tempo è ancora splendido, di buon ora ci alziamo per salire in cima alla Jungfrau lungo la classica normale per il Rottalhorn e Rottalsattel. L’itinerario è molto bello e interessante, qualche tratto in roccia che non superano il III grado e buona neve su tutto il ghiacciaio. Il panorama anche da questa cima è grandioso su tutte le Alpi Occidentali.
La meteo è incoraggiante per i giorni seguenti, ma non vediamo buone chances di salita sull’Eiger. Il rifugio Mittellegi non riaprirà i battenti dopo dieci giorni di chiusura per il brutto tempoe. Ci giungono invece buone notizie dal Cervino, dove le guide locali hanno ripreso a salire la cresta della Hornli. Un peccato non poter chiudere la Trilogia dell’Oberland, ma anche qui sarà un “arrivederci alla prossima occasione”.
Ci spostiamo così a Zermatt, la previsione meteo è ottima per entrambi i giorni, e così sarà. Una prima breve giornata di avvicinamento al nuovissimo, costosissimo e splendido Hornlihutte, e una seconda giornata, faticosa e fredda per salire e scendere dal Cervino. Per noi saranno poco meno di 9 ore da rifugio a rifugio, un ottimo tempo viste le condizioni trovate (qualche tratto di neve insidiosa sotto le placche Moseley e ottima traccia su neve dalla spalla alla cima). Complimenti a Ben che con caparbietà e gran forza di volontà è riuscito in questa splendida salita, nel 150 esimo anniversario della prima ascesa della Cresta dell’Hornli.
Qualche informazione in più sulla salita al Cervino per la cresta dell’Hornli.
La cresta dell’Hornli è la via normale svizzera sul Cervino ed è anche l’itinerario più facile per salire sulla cima di una delle montagne più famose, fotografate e iconiche del mondo. E’ una salita stupenda e completa nel suo insieme, la roccia è ormai solida e ripulita dai passaggi, a patto che non si perda di vista il giusto percorso. Appena ci si allontana dalla via maestra, il terreno e la roccia diventa subito infido e friabile. La via potrebbe essere molto frequentata quando le condizioni della montagna sono molto buone, sicuramente dalla scorsa estate molte cordate hanno deciso di salire dalla Cresta del Leone (più impegnativa della normale svizzera) visti i costi “proibitivi” del nuovo Hornlihutte. Molti, prudentemente, si affidano ad una guida alpina per salire in cima al Cervino, perché la gestione della cordata è complessa su una montagna del genere.
Se guardiamo alla salita in termini tecnici, le difficoltà non superano mai il III grado (e di III grado ci saranno si e no pochi metri). In termini pratici, la salita è impegnativa perché si devono coprire oltre 1200 metri di dislivello su un terreno abbastanza tecnico, dove è necessario sapersi muovere con disinvoltura ed efficienza, superando le difficoltà piuttosto velocemente. Parlando in numeri, un ritmo in salita di 400 metri/ora è necessario e direi indispensabile per affrontare il Cervino,insieme ad un buon acclimatamento.
La cresta dell’Hornli è un itinerario essenzialmente di roccia, con delle sezioni ripide di neve e/o ghiaccio di solito nella parte finale. Una guida accompagna generalmente una sola persona, perché la salita è continuamente esposta e lunga, in discesa si deve spesso disarrampicare ed essere sempre attenti. Capita di incontrare cordate indipendenti composte da 3 alpinisti, e potreste anche trovare guide che accompagnano due clienti, ma se la cosa potrebbe essere vantaggiosa per voi in termini economici, dal lato della sicurezza in primis è certamente da evitare. Le chances di salire in vetta per una cordata di due persone sono molto più alte e la gestione della corda molto più sicura, efficace ed efficiente.
Quando diventa “ragionevolmente sicura e percorribile” la cresta dell’Hornli?
Le chances di salire in cima al Cervino sono molto buone quando la cresta dell’Hornli è secca (senza neve) fin sotto alla Spalla, ovvero fin dove si trovano le maggiori difficoltà tecniche su roccia. Intraprendere la salita dopo una nevicata, o in generale quando si trova neve abbondante anche sotto la Capanna Solvay riduce sensibilmente le possibilità di salita, che diventa troppo tecnica (indossare i ramponi sui tratti di roccia rallenta molto la progressione della cordata) e le tempistiche diventano troppo lunghe.
Qual’è il tempo necessario per salire in cima al Cervino per la cresta dell’Hornli?
In Internet e nei vari report di salite si trova un pò di tutto, ma un tempo ragionevole e buono per salire e scendere dalla Cresta dell’Hornli è tra le 8 e le 9 ore. Personalmente trovo che tempi totali di andata e ritorno oltre le 9 ore siano potenzialmente pericolosi e da evitare, perché più tempo si passa in una montagna come il Cervino e più stanchi si diventa. E più si rischia di commettere errori ed essere troppo lenti, soprattutto in fase di discesa, momento in cui statisticamente succedono degli incidenti. In termini pratici, se in salita si raggiunge la capanna Solvay intorno alle 2 ore (ciò vuol dire mantenere un bel passo, i 400 metri/ora di cui parlavo prima), allora siamo in tabella di marcia. Se ci si avvicina alle 3 ore, è meglio fermarsi e più prudentemente pensare di scendere invece che proseguire per la cima.
E se il Cervino non fosse in condizioni?
Se il Cervino non fosse in condizioni quando siete a Zermatt con la vostra guida, sarete comunque nel posto giusto per altre avventure. Avete intorno a voi un buon numero di cime di 4000 metri che possono essere dei validi piani B. Mettetevi nelle buone mani della vostra Guida, e buone salite!
- In azione sul Monch.
- In azione sul Monch.
- La ripida paretina prima della cresta di neve in cima al Monch.
- L’esposta cresta finale del Monch.
- In vetta al Monch.
- Una cordata in discesa sulla ripida cresta del Monch.
- In discesa dal Monch.
- Arrampicando su facili placche alla base del Rottalhorn.
- Traversando il ghiacciaio sotto il Rottalhorn.
- Traversando il ghiacciaio sotto il Rottalhorn.
- Traversando il ghiacciaio sotto il Rottalhorn.
- La ripida parete finale della Jungfrau.
- Sul facile terreno misto sopra la Rottalsattel. Jungfrau.
- Ben in cima alla Jungfrau. Sullo sfondo il Monch.
- Guida e clienti in vetta alla Jungfrau.
- Il Matterhorn dal bellissimo sentiero di avvicinamento alla Hornlihutte.
- In coda davanti alla porta del Hornlihutte. E’ importante essere in buona posizione sulla griglia di partenza!
- Le ripide corde fisse alla partenza della cresta dell’Hornli. Matterhorn.
- Faules Eck all’alba, Cresta dell’Hornli. Matterhorn.
- L’alba sul gruppo del Monte Rosa.
- Sulle placche Moseley sotto la Capanna Solvay.
- La Capanna Solvay, 4000m. Cresta dell’Hornli, Cervino.
- Sulle placche Moseley sopra la Capanna Solvay.
- La corda fissa sotto la Torre Rossa. Cresta dell’Hornli, Cervino.
- La parte finale della cresta dell’Hornli vista dalla Spalla.
- Cresta dell’Hornli, Cervino.
- Le ripide corde fisse sotto la ripida parete finale. Cervino.
- Le ripide corde fisse sotto la ripida parete finale. Cervino.
- A pochi metri dalla cima del Matterhorn.
- Ben in cima al Matterhorn, vetta svizzera 4478m.
- Lungo l’esposta cresta che separa la vetta svizzera da quella italiana. Cervino.
- Ben e la croce di vetta italiana del Cervino.