All’inizio di settembre c’era un altro Cervino nel mio calendario, il 150 esimo anniversario è stata
l’occasione buona per molti aspiranti nel programmare la salita alla cima. Priyanka vive a San Francisco e si era ben preparata per una settimana di alpinismo classico nelle Sierra in California insieme ad un amico guida, Howie Schwartz delle Sierra Mountain Guides. Nonostante un ottimo acclimatamento sul Pollux nel gruppo del Monte Rosa (andata e ritorno dal Rifugio Teodulo non è proprio una passeggiata), abbiamo dovuto dare forfait per le brutte condizioni su entrambe le creste del Cervino, quella del Leone e della Hornli, rese impraticabili da una nevicata inaspettata. In montagna bisogna essere pronti a tutto, non esiste la sicurezza totale di raggiungere l’obiettivo prefissato e per il quale abbiamo pagato una guida alpina. Purtroppo non sempre i clienti sono aperti ai piani B, c’è chi preferisce tornare a casa prima del tempo e mandare la guida in ferie pagate (capita spesso, non scherzo), chi vuole essere rimborsato (!!!), per fortuna ci sono persone come Priyanka che sono aperte ad altre esperienze, pronte a salire un’altra cima che arricchisca il bagaglio personale e permetta di migliorare le proprie capacità.
Quale altra grande cima può essere all’altezza del Cervino? Mi giungono ottime notizie da Chamonix, il Monte Bianco è in super condizioni e il Couloir del Gouter è “inattivo”. Perché non approfittare della breve finestra di bel tempo e salire sul tetto delle Alpi? Con un giro di telefonate prenoto i rifugi, corriamo a Les Houches per prendere la funivia di Bellevue e l’ultimo treno che sale al Nid d’Aigle. Raggiungiamo il Tete Rousse dopo poco più di due ore, bagnati da una pioggia ghiacciata, consci che la meteo per il giorno seguente dovrebbe garantire tempo splendido. E così è stato, con grande calma partiamo il giorno dopo per la cresta del Gouter, nel canale tutto è bello ghiacciato e fermo dalle basse temperature. Raggiungiamo la cima del Bianco all’una del pomeriggio, con un vento gelido. E’ stata la mia ottava volta in cima al Monte Bianco, la più fredda finora, tant’è che l’unica foto scattata nella giornata è stata quella di Priyanka in vetta.
Cominciamo a scendere dopo pochi minuti, senza fretta perché questa volta passeremo la notte al comodo rifugio Gouter, per scendere a valle in gran relax il giorno dopo. Potremmo definire questa la giusta tattica per una “vacanza sul Monte Bianco”. Primo giorno warm-up fino al rifugio Tete Rousse, secondo giorno potente fino in cima al Monte Bianco e discesa al rifugio Gouter, terzo giorno discesa al Tete Rousse e poi comodamente fino a Nid d’Aigle per rientrare a Les Houches. Fantastico!
L’ultimo giorno insieme lo passiamo su una grande classica dell’Aiguille du Midi, la Cresta dei Cosmiques, con tempo splendido e freddo micidiale.
Il Cervino sarà per la prossima volta.
- Sul ripido canale di neve alla base del Pollux.
- Nuove catene di ferro al posto delle vecchie corde fisse di canapa. Pollux.
- Nuove catene di ferro al posto delle vecchie corde fisse di canapa. Pollux.
- Priyanka sulla spalla poco sotto la cima del Pollux.
- A quattro passi dalla cima del Pollux, questa volta abbiamo battuto traccia da soli dal Colle del Breithorn.
- Priyanka in cima al Pollux.
- Il Castore dalla cima del Pollux.
- Priyanka sulla cima del Monte Bianco.
- Lungo l’esposta e ripida cresta dell’Aiguille du Midi.
- Lungo l’esposta e ripida cresta dell’Aiguille du Midi.
- Cresta dei Cosmiques.
- Cresta dei Cosmiques.
- Cresta dei Cosmiques. Il tratto chiave.
- Cresta dei Cosmiques.