Questo weekend abbiamo sfruttato il bel tempo per una trasferta di sci alpinismo a Solda, nel gruppo dell’Ortles Cevedale. Con la prima funivia delle 8.30 fino al Rifugio Città di Milano abbiamo cominciato la nostra salita, sbirciando di continuo il Gran Zebrù e godendo insieme ad un gruppo di sciatori che con disinvoltura sciavano il ripido pendio sommitale per poi infilarsi lungo il ripido canale (o parete) nord est. E’ così che partono i tarli, la discesa sembra in ottime condizioni, la parete è bellissima e ricordo ancora la prima volta che l’ho vista dal Madriccio quattro anni fa.
Sorpassiamo la forcella sotto la Cima di Solda e per un pò perdiamo di vista il nostro sogno / incubo del giorno dopo, passiamo di fianco al Rifugio Casati e proseguiamo insieme ad un discreto numero di sci alpinisti verso il Cevedale. Ecco che riappare la normale del Gran Zebrù, treni di formichine salgono la ripida parete Est che vista da qui fa una buona o brutta impressione, dipende dai punti di vista. Non mi piace mai passare troppo tempo in cima alle montagne, a maggior ragione quando il tempo comincia a cambiare, e con un pò di fretta scendiamo sci ai piedi la prima parte ripida e giriamo a sinistra lungo la Vedretta di Cedec in un ambiente glaciale di primordine. Raggiungiamo il Rifugio Pizzini sotto una debolissima nevicata, la buona scoperta è che possiamo godere di un trattamento lussuosissimo degno delle 5 stelle, grazie ad una camera con bagno privato .
Domenica è il grande giorno, il giorno del Gran Zebrù. Niente frontale per la partenza, al canalino ripido sotto la piramide finale fa già caldo, sbuchiamo nel tratto finale e qualche cm di neve nuova copre le vecchie tracce. Raggiungiamo la vetta solo per un paio di foto, purtroppo i posti a sedere sono limitatissimi (solo 4-5 persone stanno veramente comode al momento, gli altri sono in bilico tra la Nord e la Sud) e mettiamo gli sci a pochi metri dalla croce di vetta, dove riusciamo a ricavarci una piazzola. Grazie alle temperature e alla spruzzata del giorno prima, la neve è perfetta per una sciata sicura e divertente, l’emozione è tanta e il tarlo comincia a fischiare di nuovo. Ci infiliamo lungo la Nord Est si o no? Le gambe un pò scricchiolano, ma il paio di tracce che ci hanno anticipato sono molto attraenti e le seguiamo. La discesa si rivelerà perfetta, il pendio non troppo ripido ma continuo è morbido al punto giusto, e così uno dei miei piccoli sogni si realizza.
Scendere per la Nord Est del Gran Zebrù ha anche il suo gran vantaggio se si ha la macchina a Solda e si deve rientrare a casa ad orari umani. Si evita la risalita al Casati e soprattutto si può passare più tempo alla Forst per birra e stinco di maiale. Che dire, un piano perfettissimo. Bravo Jean, e bravo Giò!
- Il Gran Zebrù, protagonista assoluto durante la salita al Cevedale.
- Il Gran Zebrù, protagonista assoluto durante la salita al Cevedale.
- La cresta finale del Cevedale.
- In discesa lungo la Vedretta di Cedec
- Gran Zebrù.
- Il ripido canalino di accesso alla Est del Gran Zebrù.
- Lungo la ripida normale del Gran Zebrù.
- In vetta al Gran Zebrù.
- Gio sul pendio centrale del Gran Zebrù.
- Gio all’imbocco della Nord Est del Gran Zebrù.
- Jean sulle Nord Est del Gran Zebrù.
- All’uscita della Nord Est è tempo di rilassarsi.
- Il Gran Zebrù con il tracciato di discesa per la Nord Est.