Con tutte queste belle giornate, non sono riuscito a stare davanti al computer, e adesso ho accumulato un bel pò di arretrati! Da dove partiamo? Ah già, eravamo fermi alla fine di marzo.

Il mese di aprile è partito all’insegna del bel tempo, e naturalmente della bella neve. Sempre meno la gente in giro, sia nelle piste che fuori. Insieme a Ivana e Darryl abbiamo girovagato con sci e pelli di foca per quattro giorni in Dolomiti, volevano una iniziazione allo sci alpinismo e hanno trovato pane per i loro denti.

Sief.

Trovo che il Monte Sief sia la gita da principianti per eccellenza. Dislivello in salita giusto, un bel percorso ad anello (salendo da Corte e poi per il Col de la Roda), una cima molto panoramica e una discesa che accontenta chi è alle prime armi e anche i più esperti se si scende diretti dalla cima per la parete Ovest (condizioni neve permettendo). Il Sief l’ho fatto quasi 10 volte quest’anno, e rimane una gita che mi soddisfa sempre, per l’ambiente, la bellezza della salita e la discesa quasi sempre con bella neve, sapendo scegliere dove scendere.

Dal Col de la Roda.

In cima al Sief.

Monte Sief.

Come seconda gita siamo scesi in Alta Badia, fino a Pederù, per  salire il Sas dla Para (o Lavinores, come viene chiamato dagli Ampezzani nel versante bellunese). Una bellissima cima, anche questa dal panorama super, che se salita dal versante badioto impegna nella prima parte lungo la ripida mulattiera che porta al rifugio Fodara Vedla e Sennes, nel cuore dell’omonimo parco naturale. Anche questo è un itinerario ad anello, e in salita va prestata molta attenzione al traverso sulla parete N-E, pericoloso in caso di neve non assestata. La discesa sul versante N offre spesso neve farinosa, e così è stato anche per noi. Bellissima neve polverosa e poche tracce, con arrivo veloce e trionfale al Rifugio Fodara Vedla per il pranzo (il rifugio è aperto fino al 1 maggio).

Lavinores.

Sas dla Para /Lavinores. Bella polvere!

Sas dla Para /Lavinores.

Terza gita, ancora in Alta Badia, abbiamo imbrogliato un pochettino in salita. Infatti da Colfosco abbiamo preso ovovia e skilift su per la valle dell’Edelweiss e da qui abbiamo iniziato la salita con le pelli in direzione del Sass Ciampac. Un itinerario questo che permette di salire in vetta con soli 700 metri di dislivello con le pelli, e offre più di una possibilità di discesa. Noi abbiamo combinato la bella discesa sullo scivolo nord del Ciampac con la nascosta Val de Lietres, una bella valle che scende in Vallunga, e che permette di scendere in uno scenario di prim’ordine, sempre poco battuto. Dopo un primo canale, il vallone si apre e si è al cospetto di Jumbo Jet, una delle cascate più famose della Vallunga e delle Dolomiti. Di fronte abbiamo la Stevia, la Val dei Ciavei e l’Intaiada (altri due itinerari di sci alpinismo del gruppo del Puez), e in fondo l’anello di fondo della Vallunga, il tutto per un totale di 1400 metri di discesa fuoripista, con poca fatica. Geniale no?

Verso il Munt d’Adagn.

Per l’ultima gita abbiamo scelto qualcosa vicino al campo base. Il Munt d’Adagn è una bella cima panoramica nel gruppo delle Odle, un percorso tranquillo che parte dalla Valle di Longiarù e raggiunge gli alpeggi dell’alpe di Medalges per una mulattiera (che d’inverno è una pista da slittini) e poi prati. Lungo tutto il percorso si possono osservare le condizioni dei canali del versante nord dell’Antersasc, fino alla forcella della Roa. Uno spettacolo per gli appassionati di questo piccolo angolo delle Dolomiti e un’ottima possibilità che accontenta sia i principianti che gli esperti (che possono verificare le condizioni delle discese impegnative e programmare le prossime entusiasmanti uscite con gli sci d’alpinismo.

Grazie ad Ivana e Darryl per la compagnia e i bei momenti insieme e Holimites per l’organizzazione (e Andrea del Gran Ander per una cena eccellente!!!).