La teoria De Giuliana secondo la quale “se si sta a casa, si sbaglia sempre” si è dimostrata valida anche oggi: due uscite di sci alpinismo, una più bella dell’altra ed entrambe fatte sotto una nevicata da film! I giorni che precedono la gita sono ormai diventati un classico: controlli 20 siti di meteo, speri in una magnifica giornata di sole, a metà settimana scopri che danno neve, neve e ancora neve, ti consulti con l’Oracolo di Livinallongo, il quale ti conferma la previsione di neve, garantendoti, però, che porterai a casa la pelle. Condizione, questa, necessaria, ma assolutamente sufficiente per metterti in macchina con la certezza che sarà sicuramente un’avventura memorabile! Sì, un’avventura, perché quando c’è di mezzo ADG devi essere pronto a tutto.
Reduce da una prima uscita senza cadute (documentate) e costretta ad una continua frenata per non investire la Guida incollata, ero certa che il sabotaggio avrebbe potuto colpirmi su due fronti: quello degli sci e quello del percorso. Avvisata che il noleggio delle aste con attacco figo sarebbe avvenuto in mia presenza, ho capito, per esclusione, che il priore mi avrebbe fregato sul secondo fronte: Cadini di Misurina. Google, un paio di relazioni, un po’ di foto, qualche filmato e la sentenza definitiva: tu sei polvere e nelle polvere rotolerai! Amen!
Saliamo seguendo la pista dismessa della Torre del Diavolo fino ad arrivare al Cadin della Neve, dove, terrorizzati dalla comparsa inattesa di uno spiraglio di luce tra le nubi, giuriamo a noi stessi che, se si fosse aperta la giornata, avremmo fatto immediatamente ritorno alla macchina e che nessuna delle nostre future gite potrà essere effettuata col sole. Ascoltati in queste nostre richieste (e vai con la neve!), giungiamo all’agognato “obelisco”, in Forcella della Neve, con mia grande soddisfazione (per aver superato anche gli ultimi metri piuttosto impegnativi) e con la consapevolezza che da quel momento sarebbe stato l’inizio della fine.
Della discesa dalla Forcella della Neve ricordo nell’ordine: il cuore in gola e lo stomaco sigillato per il salto nel vuoto che dovevo affrontare, il volo nel vuoto con cui ho rotto il ghiaccio, la promessa ripetutamente mantenuta (“se la prossima volta non cadi clamorosamente o platealmente metto il trasferimento di chiamata”… chessefà pe’ sta guida!!!), una visibilità pessima con e senza maschera, tanta neve soffice e bagnata ovunque, una voce molesta che mi urlava “viaaaaaa le maniiiii dalle tascheeeee” e “spalleeeeeee proiettateee a valleeeee”.
Ma anche stavolta ne è valsa la pena.
Pronta a risentire prestissimo quella voce, purché la neve ci accompagni come sempre nelle nostre avventure.
Ndr. I luoghi e le persone citate nel testo, ahimé, non sono di fantasia.
- In colonna al semaforo (e la giacca… e la crema solare… e il burrocacao… peggio delle donne!!!)
- Cosa vedono i nostri occhi? Neve e un raggio di sole?
- Verso l’ “obelisco”
- E obelisco sia!
- “Viaaaaa le maniiiii dalleee tascheeee!” (una voce infernale in lontanza)
- Che mme stai a fa’ i gestacci dalla buca??? – foto di repertorio :-)