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At the top of Zinalrothorn (4221m), after climbing the south east ridge (cresta sud est) - Alpinism in the Swiss Alps

Scegliere Zermatt quale “campo base” per le salite alpinistiche è un pò come fare una vacanza a DisneyLand. Il viaggio è lungo, si passa il Sempione, poi a Täsch si parcheggia la macchina nei grandi silos perché nella cittadina non ci metti piede se non col treno. I turisti, soprattutto giapponesi, sono già agguerriti, gli occhi fuori dai finestrini e le loro macchine fotografiche pronte a scattare, in attesa di vedere apparire la piramide più famosa delle Alpi, il Matterhorn.

Dopo 15 minuti di trasferimento, sei nel cuore del villaggio: mini taxi elettrici che attendono nel piazzale, negozi di souvenir e attrezzatura alpinistica in ogni angolo, hotels, ristoranti… e tanti sciatori che si allenano sulle piste del Piccolo Cervino. Il ponte sul fiume Vispa vicino alla Chiesa è la postazione ideale per lo scatto al Cervino, con la cresta dell’ Hörnli in primo piano, ora abbastanza libera dalla neve.
Alpinismo a Zermatt non vuol dire solo Hörnli e Matterhorn, l’intero gruppo del Monte Rosa è alla sua sinistra e a destra trova posto la cosiddetta “Corona Imperiale” : la Dent Blanche, l’Obergabelhorn, Zinalrothorn e il Weisshorn, vette sopra i 4000 m, molto selvagge e più “sconosciute”, ma di incredibile bellezza.
Anche questa volta sono in compagnia di Dan e Janine Patitucci di Dolomitesport, e l’obiettivo di questi nostri 4 giorni a Zermatt è la salita di un bel 4000, e il  Breithorn sarà il nostro acclimatamento. Grazie alla funivia del Piccolo Cervino il dislivello in salita è davvero minimo (solo 300 metri tra noi e la vetta), ma lo scenario è mozzafiato. Il Cervino di fianco, poi il gruppo del Rosa, ghiacciai infiniti, cime affilate, e lungo una cresta affilatissima ci portiamo ai 4165m della vetta in una giornata troppo calda, senza vento e fortunatamente con pochissimi alpinisti sulle montagne.

Le previsioni meteo dei 2 giorni seguenti danno sole pieno e temperature gradevoli! Viste le recenti nevicate, optiamo per la salita della cresta sud-est dello Zinalrothorn. Un percorso magnifico, da dividere in 2 giorni : il primo giorno per l’avvicinamento allo Rothornhütte, 1500m di dislivello lungo una valle magnifica, solitaria, con il colore dei ghiacciai che contrasta con le tinte autunnali; il secondo per la salita alla vetta fino a 4221m e il lunghissimo ritorno a Zermatt.

I rifugi sono ormai chiusi, ma il bivacco invernale del Rothornhütte è molto accogliente. Si trova un fornello, coperte, sacchi letto in pile e 20 posti circa. Incontriamo solo 2 cordate di alpinisti, la prima dopo un tentativo alla normale dell’Obergabelhron (interrotta per troppa neve), la seconda dopo la traversata dello Zinalrothorn.

La mattina seguente, la sveglia è alle 4.30. Il cielo fuori è stellato e dopo una mezzoretta è già ora di mettere i ramponi, che terremo per tutta la salita. Un primo tratto di ghiacciaio porta fino ad un canale camino (qualche passo di III-), segue una lunga traversata verso sinistra per roccette e cengie abbastanza instabili e verglassate. Dopo 2 ore e mezza ecco i colori dell’alba, il cielo senza una nuvola, il Cervino alla nostra sinistra e davanti a noi una cresta affilata di neve  che conduce alle rocce della cima principale. Risaliamo il canale un pò friabile (non voglio immaginare l’inferno qui dentro con la “calca estiva”), sempre in conserva corta, fino alla forcella del Gabel, dove iniziano le maggiori difficoltà. L’attrezzatura in loco è sufficiente dove si concentrano le difficoltà e la roccia da qui in avanti è davvero super. Le placche Biner (III grado, 4 spit lungo il tiro) sono impiastrate di neve ma si salgono senza problemi, si continua lungo la cresta vera e propria fino ad aggirare un gendarme sulla sinistra (traversata esposta da proteggere), poi l’anticima e finalmente la vetta, che raggiungiamo dopo 5 ore. Il panorama è indescrivibile: la ripidissima parete nord dell’Obergabelhorn, la piramide del Weissmeiss, il Bianco in lontananza, il Cervino, il Rosa…Facciamo una pausa di 15 minuti per un pò d’acqua e qualche dolcetto, perchè la via di discesa (che ricalca la via di salita) è ancora molto lunga. Saranno circa 4 ore fino al rifugio, corde doppie lungo il tratto impegnativo e lungo il canalone (attrezzate con fittoni), poi corda corda, le roccette. E infine una lunga camminata di circa 2 ore fin giù a Zermatt.

Si è chiusa così un’altra grandissima avventura, in compagnia di 2 simpatici e buoni amici, con cui condividere questa passione per le grandi montagne e l’alpinismo.

Dan e Janine hanno scattato moltissime foto, davvero magnifiche, e clikkando su questo link potrete leggere il loro report (in inglese) e vedere le immagini scattate da due veri professionisti.

Ringrazio Patagonia Italia per aver messo a disposizione l’abbigliamento tecnico (Stretch Element Jacket, Backcountry Guide Pants, R1 hoody).

Materiale per la salita allo Zinalrothorn: una corda da 50m, qualche friend piccolo medio, cordini,moschettoni, attrezzatura da ghiacciaio.

Dan at the top of Breithorn (4165m) - Climbing and mountaneering in Zermatt, SwitzerlandJanine Patitucci at the Trifft Hotel - Alpinism on Zinalrothorn, south east ridge. SwissJanine Patitucci enjoying sunset at the Rothornhütte winter bivouac - Alpinism on Zinalrothorn, south east ridge. SwissDan Patitucci climbing on the Zinalrothorn south east ridge (cresta est) - Alpinism in the Swiss AlpsDan and Janine Patitucci climbing on the Zinalrothorn south east ridge (cresta est) - Alpinism in the Swiss AlpsWalking down to Zermatt from Rothornhütte - Alpinism on Zinalrothorn, SchweizMonte Rosa, Castor, Pollux and Breithorn from Rothornhütte - Alpinism on Zinalrothorn, SchweizApproach to the Zinalrothorn (4221m), south east ridge (cresta sud est) TOPO - Alpinism and mountaineering on the Swiss AlpsZinalrothorn (4221m), south east ridge (cresta sud est) TOPO - Alpinism and mountaineering on the Swiss Alps

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